GIORNATA CONTRO IL BULLISMO E IL CYBERBULLISMO

Le testate giornalistiche, i telegiornali, i social irrompono con notizie sulla violenza, ogni giorno. La violenza si esprime in tanti modi diversi: una rissa in un luogo pubblico, un uomo che picchia una donna o che la uccide, una ragazza che fa a botte con una coetanea; la miccia della violenza si innesca spesso per motivi futili.
Il terreno su cui, la violenza, trova il suo nutrimento è la difficoltà a riconoscere e gestire l'emozione della rabbia, dietro la quale c'è un’incapacità ad affermare in modo positivo il proprio volere.
Si impara da piccoli, all'interno delle nostre relazioni significative a riconoscere le emozioni e ad esprimerle. Non solo conosciamo le emozioni, ma apprendiamo anche il modo di rispondere agli eventi, osservando come i genitori, i fratelli, gli insegnanti, gli amici, gli allenatori etc. agiscono, nelle esperienze che vivono.
Ci costruiamo dei modelli di comportamento, e all'interno di tali modelli, strutturiamo anche l'idea di chi siamo noi, e di quello che proviamo di fronte a quello che ci accade.

A volte, alcuni meccanismi si inceppano: iniziamo a rispondere in modo impulsivo agli eventi. L'impulsività è alla base dei comportamenti violenti, di prevaricazione che sono i prodromi di quello che oggi va molto di moda tra i giovani: bullismo e cyberbullismo.
Ne sentiamo parlare da più parti. Insegnanti, genitori, studenti chiedono aiuto per affrontare queste situazioni.
Il fenomeno del bullismo/cyberbullismo è caratterizzato da azioni prepotenti, violente e intimidatorie (molestie verbali, aggressioni fisiche, forme di persecuzione, etc.) e/o da comportamenti di esclusione sociale, perpetrati intenzionalmente e ripetutamente, da un singolo o da più persone, su una vittima, anche online (cyberbullismo). È espressione di scarsa tolleranza, e di non accettazione verso chi è diverso per etnia, per religione, per caratteristiche psicofisiche, per genere, per identità di genere, per orientamento sessuale e per particolari realtà familiari. Il cyberbullismo, in particolare, si definisce come un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici (sms, mms, foto, video, email, chat rooms, instant messaging, siti web, telefonate), il cui obiettivo è quello di provocare danni ad un coetaneo incapace di difendersi.
Secondo i dati della Sorveglianza HBSC Italia 2018, e l’indagine Istat del 2019 “Indagine conoscitiva su bullismo e cyberbullismo”, gli atti di bullismo subìti a scuola decrescono con l’età, in particolare la percentuale di soggetti che ha subìto prepotenze una o più volte al mese diminuisce al crescere dell’età passando dal 22,5% fra gli 11 e i 13 anni al 17,9% fra i 14 e i 17 anni.

Il bullismo riguarda entrambi i sessi, non solo i maschi. Secondo i dati dell’Indagine le ragazze presentano una percentuale di vittimizzazione superiore rispetto ai ragazzi: oltre il 55% delle giovani 11- 17enni è stata oggetto di prepotenze qualche volta nell’anno, mentre per il 20,9% le vessazioni hanno avuto almeno una cadenza mensile (contro, rispettivamente, il 49,9% e il 18,8% dei loro coetanei maschi). Il 9,9% delle ragazze ha subito atti di bullismo una o più volte a settimana, rispetto all’8,5% dei maschi.
Strettamente correlato al bullismo è il fenomeno della violenza domestica. I minori esposti a episodi di violenza familiare sono più propensi a esercitare forme attive di bullismo nei confronti dei compagni o a essere vittime di bullismo.
Il bullismo è difficilmente individuabile, perché fino al 50% delle vittime non ne parla con i genitori e fino al 60% non ne parla mai, oppure lo fa raramente, con gli insegnanti, per paura di possibili ripercussioni o per vergogna.

 

I Consultori Familiari dell’ASST di Pavia si impegnano quotidianamente contro il bullismo e i cyberbullismo, offrendo spazi di ascolto all'interno dei Consultori, ma anche entrando nelle scuole con attività di promozione della salute emotiva, attraverso lavori nelle classi di tipo preventivo.

Perché parliamo di prevenzione?
Prevenire significa arrivare prima che qualcosa di brutto accada e fare in modo che non accada. Questo è il lavoro che il Servizio Consultoriale ASST cerca di portare avanti e di offrire alla popolazione.
Ogni volta che sentiamo qualcuno in difficoltà o ci sentiamo noi in primis, prevaricati, usciamo dal silenzio e chiediamo aiuto.

Chiedere aiuto è uscire dalla paura e non sentirsi più soli, e i Consultori Familiari di ASST Pavia sono al vostro fianco.