25 NOVEMBRE | GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

 Per la Giornata Internazionale contro la Violenza di Genere 2020 non si può non rapportare questo importante appuntamento alla situazione pandemica che stiamo vivendo e ridefinirne i mutati confini psichici, sociali e relazionali.
 Non sempre restare a casa è l’opzione migliore. Per molte donne significa ritrovarsi rinchiusa insieme a un uomo violento, aggressivo e manipolatorio. La tensione della situazione, unita alla noia e alla convivenza forzata e prolungata, priva di valvole di sfogo, può portare ad un aggravarsi di situazioni di violenza già esistenti e alla nascita di nuove.
 Anche UN Women, l’Organizzazione delle Nazioni Unite dedicata alla parità di genere e all’emancipazione delle donne, afferma che in tempi di incertezza economica e di instabilità sociale, l’abuso domestico aumenta.
In Italia dove l’81,2 % dei femminicidi, nel 2019, è avvenuto all’interno della famiglia.
 Durante la pandemia globale, la violenza contro le donne si è manifestata in diverse forme. Non solo c’è stato un aumento della violenza domestica, ma anche della violenza online o virtuale, facilitata dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Infatti, durante la pandemia le donne hanno usato Internet con maggiore frequenza.
UN WOMEN sostiene che ci sia stato un incremento dell’uso del web del 70% poiché a causa delle limitazioni imposte dal COVID-19 è sorta la necessità di utilizzare piattaforme online per lavoro, scuola e altre attività sociali.
Le donne sono state oggetto di violenza sotto forma di minacce fisiche, molestie sessuali, stalking. Tutto ciò ha comportato delle conseguenze negative nella salute psicologica, sociale e riproduttiva delle donne.
  Oggigiorno ed in particolare durante l’emergenza sanitaria, l’accesso ad Internet è diventato una necessità ed è sempre più considerato come un diritto  fondamentale.

Il Consiglio d’Europa nella Dichiarazione sull’attuazione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul) durante la pandemia COVID-19 del 20 aprile 2020, afferma che gli Stati parti devono:
    • sforzarsi per includere una prospettiva di genere nell’elaborazione e attuazione di strategie per combattere la pandemia COVID-19 al fine di valutare l’impatto delle misure adottate per contenere il virus sull’esposizione delle donne al rischio di varie forme di violenza di genere, quali la violenza domestica, lo stalking, le molestie sessuali e la violenza online; attuare politiche volte a frenare la violenza contro le donne durante la pandemia;
    • prendere in considerazione l’adozione di misure, quali comunicati stampa, campagne televisive, radiofoniche o sui social media, volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’aumento del rischio di violenza contro le donne durante la pandemia;
    • garantire la continuità dei servizi di sostegno alle vittime di tutte le forme di violenza rientranti nell’ambito della Convenzione, sviluppando modi alternativi per fornire i servizi, ad esempio affiancando le linee di assistenza telefonica con sistemi di chat online e piattaforme di consulenza al fine di fornire sostegno sociale e assistenza psicologica alle vittime;
    • garantire la segnalazione dei reati per consentire alle donne vittime di violenza di presentare una denuncia tramite metodi online o tramite nuovi canali come l’iniziativa adottata da numerosi governi di utilizzare una parola in codice”mascherina 1522” nelle farmacie per le vittime al fine di denunciare la violenza subita da parte del partner durante la pandemia.

Le istituzioni ed i servizi specifici sono chiamati a ripensare a nuove pratiche e misure da adottare per prevenire il rischio, continuando ad assicurare il supporto mantenendo una rete di sostegno per contrastare la violenza di genere.
L’accompagnamento alle donne nel decodificare i segnali che provengono dal proprio sentire, serve a dare voce e parola ai loro vissuti di smarrimento, che non esprimono per paura di non essere comprese dall’altro, prede di una confusione che le disorienta.
In particolare la manipolazione psicologica o gaslighting è una violenza psicologica molto  diffusa e molto difficile da riconoscere con sé stessi e  condividere con altri, a cui è difficile mostrare i propri “lividi della mente”.
 Questa è la ragione per cui tanti atteggiamenti e comportamenti che  le donne vittime mettono in atto, possono apparire poco congruenti, rinunciatari, spesso a confine con forme di mutismo psichico.

Risulta fondamentale poter comunicare o dare forma con le parole scritte   al riconoscimento dei propri vissuti emotivi con operatori sensibilizzati  ad un ascolto empatico, di comprensione, che  possono accogliere paure, riconoscere emozioni, ridefinire relazioni e decodificare insieme la  narrazione di un ciclo di violenza.                                                                                                                                                  

I Consultori Familiari sono da sempre presenti sul territorio per offrire uno spazio d’ascolto alle donne in collaborazione con i Centri Antiviolenza Liberamente di Pavia, Kore di Vigevano e Chiara di Voghera.

E ricordando sempre il NUMERO GRATUITO NAZIONALE ANTI VIOLENZA E STALKING: 1522