Intervento del dott. Simone Bagnoli presso l'Università del Tempo Libero di Mede

Mercoledì 7 novembre, ore 15:00, nell’ambito di un ciclo di incontri programmato presso il Centro Pastorale in via Dante 37 a Mede dall’Università del Tempo Libero, è previsto un intervento del dott. Simone Bagnoli, referente dell’U.O. di Medicina Interna dell’Ospedale San Martino di Mede, che affronterà il tema delle modalità di trattamento del paziente anziano oncologico.
Fino a pochi anni fa, i malati anziani di tumore non vivevano abbastanza per trarre giovamento da una terapia antitumorale e si riteneva che curare un anziano non valesse la pena. Tutti gli studi più affidabili eseguiti negli ultimi anni dimostrano al contrario che le cure oncologiche funzionano, allungano la vita e ne migliorano la qualità, a patto però che nel programma terapeutico vengano tenuti nella giusta considerazione tutti gli elementi che caratterizzano la salute e la malattia della terza età, compresi quelli sociali, la condizione e la volontà della famiglia, l’educazione del malato ed i suoi sentimenti nei confronti della malattia e della cura.
In passato, quando si decideva di curare un paziente oncologico anziano , ciò avveniva in modo empirico, adattando per lo più - sulla base dell’esperienza personale - protocolli che erano stati messi a punto in sperimentazioni cliniche che il più delle volte escludevano pazienti in età avanzata. Questo approccio aveva varie conseguenze: terapie somministrate in dosi errate per eccesso o per difetto, interazioni tra farmaci, maggiori tossicità, rinuncia ingiustificata a cure efficaci.
Allo stato attuale, la valutazione dell’anziano ai fini delle cure antitumorali deve essere invece clinicamente approfondita e personalizzata, tenendo conto della scarsità di strumenti previsionali e della mancanza di dati provenienti da studi clinici specifici su questa tipologia di popolazione. Prendersi cura di un paziente oncologico in età avanzata richiede uno sforzo enorme da parte di tutti gli attori coinvolti, non solo oncologi e geriatri, ma anche riabilitatori, terapisti del dolore, infermieri, nutrizionisti e psicologi. L’obiettivo delle cure, consistente in sopravvivenza, remissione, guarigione e palliazione, deve essere ben definito e di tale obiettivo va reso edotto il paziente, se possibile, e la famiglia.

 

Data evento: 
Mercoledì, 7 Novembre, 2018